Altre Fiabe

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May 30, 2012

ESSERE DRAGO

UN RACCONTO DI FORMAZIONE
di Alba Maria Calicchio



In un piccolo e caratteristico paesino del Nord Europa non lontano dalla grande Foresta, vive ADELK, 14 anni, lentigginoso e coi capelli rossi.
Un ragazzino che non è propriamente il più popolare della scuola… infatti spesso lo troviamo malmenato dai compagni e, addirittura, con la testa nel gabinetto mentre qualche prepotente lo tiene su per i piedi.
E’ dura essere un adolescente ed è ancora più dura essere il bersaglio dei bulletti della scuola, quelli che escono con le più carine della classe, che sono bravi negli sport, che vestono alla moda, quelli fighi insomma, o, come si usa dire in questa scuola, quelli “draghi”.

In una scuola dove le ragazze più carine hanno già il seno rifatto, i maschietti fanno palestra per indossare le magliette attillate e gli insegnanti si fanno il lifting per non invecchiare… Adelk con i suoi baffetti da pulcino, le lentiggini, le spallucce decisamente non palestrate e il suo essere appassionato di scienze naturali… è a dir poco un outsider ma, per fortuna, ha un mondo tutto suo dove nessuno gli può rompere le scatole. Nella sua stanza una marea di posters sulle costellazioni e le super-novae ci dicono che, di solito, Adelk ha letteralmente la testa tra le nuvole.

L’unico essere umano che ha il diritto di introdursi nella sua cameretta è sua MADRE. Purtroppo Adelk ha provato a impedirle l’accesso ma è tutto inutile, dopotutto la mamma è sempre la mamma! E poi da quando il papà è morto e loro sono rimasti soli, sono anche più uniti.

La mamma di Adelk è un po’ diversa dalle altre mamme. Lei è una che boicotta le cose di marca “perché solo così il mondo diventerà un posto più democratico”, e “purtroppo” adora regalare al figlio dei buffi pullover fatti con le sue manine. Lei, che non è proprio un peso piuma, dice che per essere felici non bisogna certo assomigliare a una modella: è una mamma un po’ “new age”. Crede di essere “la venerabile madre del ragazzo più bello del pianeta” e non potrebbe nemmeno immaginare che il suo pargolo non è poi così apprezzato dal resto dell’umanità. Le scarpe all’ultima moda, il telefonino, gli occhiali da sole… lei dice che queste cose non hanno importanza. Sarà! ma quelli che a scuola cantano la filastrocca “sfiga-sfigato” sembrano pensarla in un altro modo!

Ma ecco che la televisione ricorda una notizia che cancella qualsiasi pensiero sull’essere sfigati o meno: “Stanotte alle 23:49 sarà visibile un’eclisse di luna totale”. La prima della giovane vita del nostro protagonista.

Adelk, che è un provetto astrofilo, è da giorni che organizza tutto l’occorrente per andare a osservare il fenomeno. Telescopio, zainetto e panini, si appresta a stare fuori quasi tutta la notte. Infatti non lontanissimo dalla sua abitazione inizia la Foresta Intricata, un posto perfetto per stare tranquilli, lì c’è una piccola radura che ha eletto suo osservatorio personale, perché ben lontana dalle luci del paese.

Nella Foresta, seduto sul solito tronco d’albero, Adelk inizia a sistemarsi per osservare l’eclissi. Ha deciso anche di fare una videoregistrazione del fenomeno e così eccolo che sistema la telecamerina ed inizia a commentare con un linguaggio serio serio tutto quello che vede.

Lo spettacolo è magico, la luna scompare lentamente e proprio nel momento in cui diventa tutta rossa per la rifrazione del sole… uno sciame di stelle cadenti illuminano ulteriormente il cielo. Adelk ne vede due insieme, e automaticamente chiude gli occhi e senza pensarci esprime un desiderio: “mi piacerebbe essere il più drago di tutti!”
Poi sprofonda di nuovo nelle sue osservazioni al telescopio, e quasi non si accorge della strana luce che avvolge tutta la foresta, finché un raggio luminoso particolarmente forte colpisce proprio il telescopio, rendendo Adelk per qualche attimo quasi cieco.

Che strano fenomeno di rifrazione! Adelk è un po’ stordito, gli occhi vedono delle strane ombre e la testa gli gira un pochino. Decide di tornare a casa, si sente un po’ confuso.

A scuola il giorno dopo è un vero incubo: la sua voce ha degli imbarazzanti sbalzi di tono inoltre la solita ridicola peluria che ha sul mento è particolarmente fastidiosa. Un suo compagno di scuola lo deride: forse è arrivato il momento di radersi. Toccato sul vivo, Adelk dopo scuola va a comprare il suo primo kit da barba.

Alla sera, a casa, timidamente prova davanti allo specchio la delicata operazione di radersi per la prima volta. Ha appena finito di sbarbarsi, quando nuovi peli gli spuntano sul mento. Le mani, le unghie, i peli, i capelli, tutto inizia a crescere in maniera smisurata, e dai pantaloni comincia a spuntargli un’enorme coda. “Che cavolo sta succedendo?” Adelk è allibito e senza capire come, si ritrova trasformato in uno strano rettile... Coda, ali, baffi, zanne, artigli: è un enorme drago verde!

Tutti i vestiti si sono strappati nella trasformazione, Adelk, in imbarazzo, prova a coprirsi con un lenzuolo del suo letto, se lo lega alla vita come fosse un gonnellino. Ma nell’operazione, muovendosi in camera con quel corpo troppo ingombrante, finisce per mandare tutto per l’aria. Non è abituato ad avere una coda così lunga! Sua madre intanto, attirata dagli strani rumori, chiede dal corridoio cosa stia succedendo. Adelk prova a bloccare la porta e dire che va tutto bene… Ma la mamma insiste.

Adelk ha paura, potrebbe spaventarla, traumatizzarla e chissà cos’altro… Che fare? Che fare? Che fare? Lascia un messaggio per la mamma dicendo che va a fare un'altra osservazione astronomica e se ne scappa dalla finestra. Ma naturalmente atterra rovinosamente al suolo provocando un sacco di rumore. Tanto che i cani dei vicini iniziano ad abbaiare in coro, qualcuno vedendo uno strano ed enorme animale nelle vicinanze della propria casa afferra perfino il fucile. Adelk totalmente in panico scappa nella foresta mentre i cani ancora lo inseguono.

Terrorizzato Adelk si rifugia nella sua radura, prova ad appoggiarsi dove si siede di solito, ma il tronco si sgretola sotto il suo peso. Allora si accovaccia dietro un cespuglio cingendosi le ginocchia e singhiozzando mestamente tutta la sua paura.
Da un albero una voce femminile lo prende in giro: “Possibile mai vedere un drago che piagnucola come fosse una fatina?” Una strana ragazza dai capelli verdi lo osserva, seduta sul ramo alto di una quercia.
Adelk risponde malamente che il problema è proprio che lui non è un drago! E racconta la sua strana trasformazione. La ragazza sembra molto incuriosita, quel drago è quindi un sightless? Adelk non comprende le parole della ragazza, la quale, per nulla spaventata, inizia ad osservarlo come fosse uno strano animale da laboratorio.

La ragazza afferma che sicuramente c’è qualcosa di magico in tutto questo, qualche incantesimo potente. Adelk ricorda di avere espresso un desiderio durante l’eclissi… La ragazza ha capito tutto: si sa, un desiderio pronunciato durante la luna rossa viene esaudito, è così dall’alba dei tempi. I desideri sono una magia potente, e bisogna stare molto attenti a ciò che si desidera! Adelk non capisce, questa ragazza parla in modo strano di cose che lui a stento comprende. Quando poi lei si scosta i capelli, si notano delle piccole orecchie a punta, che hanno ben poco di umano. La ragazza è un elfo e il suo nome è EVLYN.

Adelk nota che tutta la foresta sembra diversa, i colori, gli animali, gli alberi tutto ha un aspetto poco familiare, eppure lui il posto lo frequenta da anni. Evlyn spiega che gli umani, i Sightless, vengono appunto definiti “coloro che non vedono” perché della foresta e del mondo vedono solo una piccola parte, e tutte le creature magiche pure interagendo nello stesso luogo non vengono mai viste dagli umani. Adesso che è un drago a lui è dato vedere il mondo che gli umani usualmente non vedono.

La ragazza lo tratta un po’ dall’alto in basso, come se essere un sightless non fosse decisamente una bella cosa. Adelk si sente offeso, ma non per molto visto che l’elfa dopo aver esaurito la sua curiosità se ne va per la sua strada.
Adelk ritorna a sentirsi sperso. Va anche lui nella direzione in cui è sparita Evlyn, ma fa solo pochi passi che si ritrova impantanato in delle strane sabbie mobili. Mentre sprofonda inesorabilmente, dall’alto degli enormi e grossi ragni rossi iniziano a calarsi su di lui. I ragni esultano felici di aver catturato una enorme preda per la cena. Adelk è immobilizzato all’esterno dalle sabbie mobili e all’interno dalla paura... Ma da un albero cala una figura leggera e veloce, è Evlyn che con uno strano gesto magico trasforma le sabbie mobili in foglie secche, permettendo al drago di essere di nuovo libero.

Evlyn lo prende in giro: un sightless così imbranato non può avere vita facile nella foresta. Se Adelk vuole, può seguirla alla fonte dell’Howur. Lì forse potrà ritrovare la sua forma umana. Evlyn si sta recando alla fonte per compiere il rito della “Prima Fase”, l’immersione nelle acqua magiche viene compiuta da ogni elfo alla soglia della maggiore età. Dopo il rito sarà concesso all’elfo di passare a un livello superiore nelle arti magiche.
L’acqua dell’Howur ha il potere di riportare ogni creatura al suo stato naturale e di sciogliere qualsiasi incantesimo. Bagnandosi nella fonte, il drago potrebbe forse ritornare umano. Però il viaggio verso l’Howur è lungo e pericoloso, bisognerà attraversare almeno metà della foresta.

Adelk scopre presto che la foresta è proprio un altro mondo: ci sono gnomi, troll, fate, goblin ed alberi e animali parlanti. Purtroppo scopre di essere sfigato anche come drago, infatti non sa né volare, né sputare fuoco e quando incontra un orso, il primo istinto è sempre quello di scappare! Con Evlyn iniziano una vita di accampamenti notturni, di raccolta di castagne e bacche e di scambio di cibo con gli gnomi. Evlyn gradualmente gli spiega alcune regole di questo mondo magico, di chi fidarsi e di chi no.

E quando ingenuamente Adelk scambierà le sue castagne con della frutta offertagli da un piccolo Troll… scoprirà invece di avere ricevuto solo dei sassolini. Gli occhi dei sightless sono facili da ingannare con la magia, per vivere nella foresta bisogna guardare oltre l’apparenza delle cose, Evlyn gli mostra come sia facile cambiare l’aspetto di un oggetto con un semplice incantesimo. Per sopravvivere nella foresta Adelk dovrà imparare a guardare con gli occhi di un drago.

Se non fosse per Evlyn e la sua magia, sarebbe difficile anche accendere un fuoco per gli accampamenti notturni. Adelk ci prova, vorrebbe imparare a sputare fuoco visto che ora è un drago ma, imbranato com’è, il fuoco invece che dalla bocca gli esce da tutt’altra parte! Divertita Evlyn gli racconta le leggende che conosce sui draghi, del loro potere immenso: si narra che potessero anche compiere delle magie. In teoria, se Adelk fosse un vero drago, potrebbe esprimere il desiderio di tornare umano e probabilmente si avvererebbe. Adelk non ci crede, e poi tanto lui non è un vero drago, non sa fare nulla di “draghesco”, anche se Evlyn insiste che è solo una questione di consapevolezza.

Adelk, appartatosi tra gli alberi, prova a desiderare intensamente di non essere più un drago… uno strano luccichio gli fa credere che qualcosa stia avvenendo, ma in realtà sono solo delle piccole lucciole… No, evidentemente non tutti i draghi hanno poteri magici, o almeno non lui.

Evlyn stanca del viaggio si lamenta che Adelk non sappia volare, a volo di drago sarebbero arrivati alla fonte già da tempo. Dopo aver osservato per un po’ il volo di un pipistrello, Adelk decide di provare a volare. Si arrampica con difficoltà su un alto albero e poi si lancia nel vuoto, riesce a planare per qualche metro ma poi precipita rovinosamente, finendo quasi addosso ad una bizzarra carrozza.

Dalla carrozza esce una donna su dei tacchi altissimi, bella ma di età indefinita. E’ furiosa: “Come osi tu attaccare la Maga Rastaben? Dimmi chi ti manda o ti trasformerò in un rospo!” Adelk tenta di placare la sua ira spiegandole che è stato un incidente. Capito l’equivoco la donna cambia bruscamente espressione, il volto minaccioso diventa cordiale.

La maga osserva Adelk con attenzione, colore smeraldo, scaglie iridescenti, è un bellissimo esemplare di Dragone Lunga-coda. “Ormai anche in una foresta magica è molto raro incontrarne uno!”. Quando però lo guarda negli occhi la maga si accorge che il drago in realtà è solo un sightless. Adelk spiega di essere in viaggio per la fonte dell’Howur nella speranza di ritornare un essere umano. Rastaben lo ammonisce: andare alla fonte potrebbe essere un viaggio inutile, invece al suo castello, lei ha sicuramente i mezzi per trasformarlo in uomo. Ma Evlyn insiste: Adelk andrà alla fonte. Rastaben sembra contrariata, lascia al Drago un invito per il suo castello e poi riparte con la sua strana carrozza trainata da sei alci albine.

L’elfo e il drago proseguono il viaggio e finalmente giungono all’Howur. La fonte ha un aspetto davvero magico, tutto è circondato da una nebbiolina fine fine e un paio di unicorni azzurri vi si stanno abbeverando. Un cigno si immerge nell’acqua e quando ne esce, ha le sembianze di una splendida donna.

Evlyn si prepara al rito con emozione, per lei questa cerimonia simbolizza il passaggio all’età adulta. L’elfa si avvicina alla fonte, i due unicorni si inchinano davanti a lei, la salutano dicendo che la attendevano dal giorno della sua nascita. Evlyn arriva al bordo, si denuda e si tuffa nell’acqua. Sparisce per qualche minuto e poi riemerge in superficie.

A questo punto Adelk si avvicina anche lui alla fonte. Ma quando lo vedono i due unicorni non si scostano e non lo lasciano passare: “Perché sei qui o sightless?” Il ragazzo è imbarazzato: “Per ritornare quello che ero”. Gli unicorni non si scansano, Adelk insiste. Gli unicorni si innervosiscono, questa volta gli si rivolgono con una voce cavernosa e un aspetto tutt’altro che rassicurante, sembrano dei demoni, la criniera e gli occhi infuocati, i denti aguzzi: “Non mentire sightless, solo chi è realmente sincero può accedere al sacro Howur”. Adelk è intimorito, cerca dentro di sé una risposta sincera, riflette sulla vera ragione che lo ha portato lì: “Sono qui per capire che cosa devo fare e perché sono quello che sono”. Solo ora gli unicorni si placano e lo lasciano passare.

Il drago avanza lentamente ma proprio mentre sta per toccare l’acqua, Evlyn lo ferma. Evlyn esce dalla fonte, si copre velocemente con un panno e intima ad Adelk di aspettare che le acque si calmino, le è sembrato infatti di vedere uno strano riflesso. Adelk aspetta di potersi specchiare nelle limpide acque della fonte… ed ecco che gli appare la sua immagine, il suo volto umano lentigginoso e coi capelli rossi… ma il riflesso ha qualcosa che non va: dalla vita in giù infatti ha l’aspetto di un drago. Evlyn fa notare che se l’acqua magica dell’Howur lo vede come una creatura mezzo uomo e mezzo drago… probabilmente è così che diventerà se si immergerà nella fonte.

Ma diventare una creatura mezzo uomo e mezzo drago è forse ancora peggio che essere un drago per intero! Così non migliorerebbe di certo la sua situazione. Anche Evlyn gli consiglia a questo punto di non bagnarsi. Il ragazzo è esasperato, cosa farà adesso? Perché nemmeno la fonte lo può aiutare? Evlyn prova ad improvvisare una spiegazione, probabilmente la natura di drago è connaturata in lui e non è qualcosa di imposto magicamente dall’esterno. Essere drago fa parte della sua vera natura… Adelk dovrà imparare a convivere con questa parte di sé, lui è drago almeno quanto è umano.

Adelk non capisce come potrà mai tornare a casa da sua madre e come potrà mai riprendere una vita umana se essere drago è parte di lui. Evlyn lo invita a non scoraggiarsi, c’è sicuramente una soluzione e lei lo aiuterà a trovarla. Adelk è commosso, l’elfa aveva detto che dopo l’Howur ognuno sarebbe andato per la sua strada…
Ma le cose sono cambiate, Adelk non ha risolto il suo problema ed Evlyn si sente in parte responsabile, forse avrebbe dovuto lasciarlo andare con Rastaben. Evlyn si impegna ad accompagnare il drago dalla maga, solo dopo la sua trasformazione tornerà al villaggio elfico per festeggiare il rito della “prima fase”.

Il ragazzo è veramente colpito dalle parole di Evlyn, sente per la prima volta di avere un’amica su cui può contare, gli dispiace solo che per colpa sua Evlyn non può festeggiare subito il suo battesimo dell’Howur. Evlyn è infatti uscita leggermente diversa dalle acque magiche, i suoi capelli sono più ricci e soprattutto tutta la sua figura è più luminosa. L’elfa indossa adesso un abito da cerimonia bianco che la fa apparire ancora più bella. Decidono di festeggiare il rito almeno con un lauto pasto. Evlyn, con i poteri magici rafforzati dall’Howur, crea un accampamento spettacolare. Adelk allora insiste che almeno il fuoco tocchi a lui: si concentra, cerca di sentire il fuoco dentro di sé e finalmente riesce a sputare fiamme come un vero drago!

Dopo aver mangiato e bevuto, i due passano la notte ad osservare le stelle. Adelk racconta le leggende e le storie legate alle più grandi costellazioni e Evlyn a sua volta racconta i nomi elfici degli astri e le leggende elfiche su come si sono formate le costellazioni.
E’ una bellissima serata ed Adelk per la prima volta si sente accettato per quello che è senza dover fingere di essere come tutti gli altri.

Il mattino dopo Adelk decide di fare un altro tentativo di volo. Riprova ad arrampicarsi e questa volta riesce a prendere quota. Dall’alto la foresta appare ancora più immensa, e volare è la sensazione più bella che Adelk abbia mai provato. In aria perde anche il suo ridicolo lenzuolino legato alla vita, ma non fa niente, volare è una sensazione troppo fantastica per interrompersi per uno stupido lenzuolo. Volare è veramente favoloso, anzi no “dragoloso”!

Infine il drago invita Evlyn a salire sulla sua groppa, in volo dovrebbero riuscire ad arrivare al castello di Rastaben in breve tempo. Ma mentre sono in volo una terribile tempesta si scatena improvvisamente: fulmini, saette e pioggia fittissima rendono il viaggio molto pericoloso. Vorrebbero atterrare ma un fulmine li colpisce in aria senza che possano fare niente. Evlyn sviene e perde la presa, in un attimo precipita nel vuoto. Il drago è disperato, si butta in picchiata nel tentativo di prenderla al volo ma non si vede niente. Evlyn è in pericolo di vita e in preda al panico Adelk non può certo aiutarla, cerca quindi di calmarsi, respirare profondamente e “guardare con gli occhi di drago”… Solo dopo essersi concentrato a lungo riesce finalmente a vedere un’ombra attraverso la nebbia ed afferrare Evlyn giusto in tempo, un attimo prima che si schianti al suolo.

Atterrato, Adelk cerca di capire se l’elfa stia bene. Per fortuna, dopo aver temuto il peggio, lei riprende conoscenza. Evlyn capito l’accaduto, non può fare altro che ringraziare il suo amico drago, quando lo aveva salvato dai ragni rossi non credeva che un giorno lui gli avrebbe ricambiato il favore… con un bacio sul muso gli dimostra la sua riconoscenza.

Decidono di proseguire a piedi visto che il tempo non accenna a migliorare, proprio intorno al castello infatti la tempesta sembra ancora più turbolenta, Adelk porta Evlyn sulle spalle poiché lei è ancora un po’ debole. Il cammino è impervio, il castello si staglia su una ripida montagna, ma Adelk cerca di non dare a vedere la stanchezza.

Lo sforzo sembra infine ripagato quando arrivano alla meta: il castello è smisurato, maestoso e pieno di ogni confort. All’interno creature di ogni razza, specie e forma si accalcano a bere e mangiare ciò che viene offerto a tutti gli ospiti della grande e potente maga Rastaben.

Per essere ricevuti dalla maga c’è una lunga fila. Adelk ammette che forse aveva sottovalutato il potere di Rastaben, non credeva infatti di trovare così tanta gente alla sua corte. Servitori di ogni sorta offrono loro cibi, bevande, ed anche un bagno rilassante. Sembra di stare in un hotel a cinque stelle. Adelk sprofonderebbe volentieri in quel piacevole lusso per il resto dei suoi giorni. Ma Evlyn lo riporta all’ordine: bisogna escogitare un modo per farsi ricevere al più presto dalla maga.
Adelk malvolentieri rinuncia alla sauna e ai massaggi e, sollecitato da Evlyn, si ingegna a trovare il modo di far pervenire a Rastaben l’invito che lei gli aveva dato personalmente.

E così i nostri eroi vengono finalmente ammessi nella piccola sala d’attesa del gabinetto privato di Rastaben. C’è un cane a tre teste che ne vuole avere solo due, c’è un centauro che vuole diventare un pony, un vecchio gnomo che vuole sembrare un giovane elfo, c’è un gatto stonato che vuole miagolare con una voce più bella… Tutti sono lì per una ragione, tutti sperano che cambiando qualcosa di sé stessi saranno più felici.

Adelk non nasconde di essere un pochino nervoso. La sua ansia cresce quando gli viene comunicato che solo lui è ammesso alla presenza della maga, Evlyn dovrà attendere fuori.

Adelk saluta Evlyn vistosamente emozionato, la prossima volta che si vedranno lui avrà l’aspetto di un ragazzino coi capelli rossi. Non sarà più nulla di speciale, sarà un semplice sightless. Chissà, forse come sightless non sarà nemmeno più in grado di vederla… il ragazzo sembra non poter nemmeno sopportare l’idea, ma Evlyn lo tranquillizza: Adelk con qualsiasi aspetto sarà sempre una creatura speciale. Ed una volta conosciuto il mondo magico, avendo imparato a guardare al di là dell’apparenza, i suoi occhi non si lasceranno più ingannare, una parte del drago rimarrà per sempre dentro di lui. Andrà tutto bene, tra pochissimo si rivedranno…

Adelk viene infine ricevuto nello studio personale di Rastaben: un’enorme stanza verde scuro con i soffitti alti e al centro una gigantesca scrivania di marmo bianco. Rastaben sta accarezzando un grosso puma nero seduto ai suoi piedi: “Dimmi sightless cosa non ti piace di te stesso?” Adelk è a disagio, non è lì perché non si piace, è lì perché si è trasformato in qualcosa di diverso da quello che era. –“Appunto, ti sei trasformato in qualcosa che non ti piace”. Adelk, spiazzato, racconta del suo desiderio espresso male, di come lui voleva diventare un “drago” come i suoi compagni di scuola e di come invece si sia ritrovato un drago nel senso letterale della parola. Rastaben lo ascolta con attenzione, se il suo desiderio originale era diventare un ragazzo “figo” come gli altri, lei può esaudirlo facilmente. Il prezzo non sarà poi così alto.

Adelk è disorientato, non ha dei soldi con sé. Ma la maga, ridendo, gli fa notare che nella foresta magica i soldi dei sightless non valgono nulla, è un altro prezzo quello che lei richiede: vuole le scaglie e la coda del drago, sono ingredienti preziosissimi per le pozioni e difficili da trovare, e per lei valgono molto. Adelk è un po’ spaventato all’idea di doversi staccare la coda… Rastaben allora gli mostra in uno specchio magico come sarà il suo aspetto dopo l’incantesimo.

Adelk vede un bellissimo ragazzo, alto e muscoloso che a scuola viene ammirato da tutti gli altri studenti. Farebbe qualsiasi cosa pur di diventare quel ragazzo... Decide di accettare lo scambio.

Rastaben sorride soddisfatta e inizia a preparare il necessario per compiere l’incantesimo, disegna un cerchio e una stella sul pavimento, e pone ai bordi del cerchio tre cristalli magici. Improvvisamente la luce nella stanza cambia, alcune candele si spengono e un vento freddo spalanca le finestre.
Intanto Adelk inizia a staccarsi una scaglia… Ahi… E’ doloroso. Sulla pelle resta una piccola cicatrice, stacca la seconda, è sempre peggio… Alla terza Adelk è visibilmente provato. Ma Rastaben è li che incalza, serviranno un bel po’ di scaglie, inutile fare la femminuccia piagnucolosa, “chi bello vuole apparire un poco deve soffrire…”

Adelk si fa coraggio e ben presto sulla scrivania della maga c’è un piccolo mucchio di iridescenti scaglie di drago.
Manca solo l’ultimo passo, Rastaben, impaziente, impugna un coltello e afferra la coda del drago. Adelk chiude gli occhi per non guardare, Rastaben ha un sorriso un po’ sadico, pronuncia delle parole in una lingua sconosciuta e poi con un taglio netto trancia la punta della coda.
Adelk si morde le labbra dal dolore. Tra le mani della maga la coda continua ad agitarsi per qualche istante. Il puma nero si alza da sotto la scrivania ed inizia a guardare la punta della coda come fa un gatto con una lisca di pesce.

Rastaben si guarda le mani, sono sporche di una sostanza viscosa verde… “Sangue di drago, sangue smeraldo!” la maga guarda quel sangue con cupidigia, il suo volto si deforma in una smorfia malefica: “Non mi daresti anche qualche goccia del tuo sangue? Dopotutto me ne basterebbe solo un pochino…”

Adelk è orripilato, la maga gli ricorda l’immagine nello specchio. Adelk sospira rassegnato: “spero solo che alla fine ne valga la pena…” Rastaben con un ghigno lo rassicura: dopo l’incantesimo non ricorderà più nulla di tutto questo, non ricorderà mai di essere stato drago e ancora meno di essersi tagliato la coda…

Adelk si ferma di colpo: “In che senso non ricorderà più nulla?” – E’ parte dell’incantesimo, sarà come se non si fosse mai trasformato in drago, come se non avesse mai vissuto tutto questo, dimenticherà tutta quest’orribile esperienza…! Adelk si ferma ed allontana il coltello di Rastaben… può rinunciare a tutto, staccarsi anche un braccio se necessario, ma mai e poi mai sarà disposto a dimenticare la sua esperienza da drago. “Allora preferisco essere come sono!”

La maga si irrigidisce, il patto va rispettato! “Tu, stupido ragazzino, credi che tutto sia un capriccio, sono anni che attendo di poter avere un drago sotto mano!” Adelk si spaventa, ormai Rastaben sembra tutt’altro che amichevole e quel coltello appare alquanto minaccioso.
Rastaben ritenta con una voce melliflua: “Ricordati di quello che hai visto nello specchio magico! Diventerai bellissimo…”

Adelk vuole interrompere tutto questo, si è sbagliato! Trasformarsi in un altro non è quello che vuole, preferisce restare sé stesso con tutte le sue memorie e le sue esperienze. Rastaben gli afferra il polso con forza: “basta un piccolo taglio, altre gocce di sangue…” Adelk per liberarsi la strattona, perde l’equilibrio e senza volere cade proprio addosso allo specchio magico che si spezza in mille pezzi. Rastaben si dispera, cerca di rimettere insieme i pezzi: tutto il suo potere deriva da quello specchio!

Dai frammenti dello specchio esce un fumo nero che avvolge Rastaben, in un attimo la bellissima e imponente maga si trasforma in una gracile vecchietta truccata in modo decisamente troppo appariscente. E come se Rastaben si restringesse piano piano… e il castello sembra subirne le conseguenze, tutto appare vecchio e malandato e le pareti e il pavimento iniziano a tremare.

I lampadari e le finestre vanno in mille pezzi, dalla porta entra Evlyn preoccupata: sta succedendo qualcosa di strano! Tutto il palazzo sta crollando, Evlyn prende per mano Adelk, che, quasi ipnotizzato, non leva gli occhi dalla vecchia Rastaben. I due insieme corrono nei lunghissimi labirintici corridoi del castello, cercando di non farsi travolgere dalla folla spaventata.
Hanno quasi raggiunto l’uscita quando crolla una trave e gli impedisce di proseguire. Adelk con la sua forza da drago solleva la trave e permette ad Evlyn e a molte altre creature di trovare la salvezza fuori dal castello.
Evlyn vuole aspettarlo ma Adelk insiste, la sua struttura fisica è più forte di qualsiasi altra creatura, ne uscirà tranquillamente ma deve prima aiutare gli altri.

All’esterno delle mura Evlyn osserva il castello crollare su sé stesso, molta gente è riuscita a salvarsi, ma del drago nemmeno l’ombra. Tutti quelli a cui chiede le dicono che il drago è rimasto dentro. Evlyn è veramente spaventata.

Passa troppo tempo, ma alla fine si sente un ruggito provenire da sotto le rovine, la sagoma di un possente drago è finalmente riconoscibile. Evlyn corre verso Adelk e lo abbraccia con le lacrime agli occhi. Un lungo e tenero abbraccio alla fine del quale Adelk, circondato da un alone di luce, riprende prodigiosamente le sue sembianze umane!

Adelk sorpreso chiede se Evlyn ha compiuto qualche magia per trasformarlo, ma Evlyn nega di avere un tale potere. L’elfa gli chiede cosa stava pensando al momento della trasformazione. Adelk, riflettendoci, risponde che ha desiderato di avere un aspetto umano per paura di stringerla troppo e farle del male! Evlyn è sbalordita: “ma non avevi già espresso il desiderio di tornare umano?” Adelk fa mente locale a quando aveva provato a esprimere il desiderio nella foresta: aveva desiderato “di non essere più un drago”.

Evlyn ora si spiega tutto: la magia buona è quella propositiva, non ha senso desiderare di “non essere” qualcosa, solo quando ha desiderato di “essere” di nuovo umano il desiderio si è avverato. Si racconta che i draghi abbiano poteri magici, Adelk ha quindi sempre avuto il potere di ritornare umano, solo che non sapeva usarlo, così come non sapeva volare o accendere il fuoco. Il drago è connaturato alla sua natura, e potrà essere drago o uomo a suo piacimento, deve solo imparare a trasformarsi.

Finalmente Adelk potrà tornare da sua madre ed Evlyn potrà tornare al villaggio degli Elfi per festeggiare la sua “Prima Fase”. Decidono un segnale convenuto per darsi appuntamento nella radura ogni volta che vorranno rivedersi, poi raggiunto il limite della foresta, Evlyn e Adelk alfine si separano.

Adelk è preoccupato che sua madre possa essersi spaventata non vedendolo tornare per tanti giorni, ma scopre ben presto che fuori dalla foresta il tempo è trascorso più lentamente, e che per i sightless in realtà è passato un giorno soltanto.

Felice di essere tornato a casa, Adelk abbraccia la mamma. Quanta nostalgia dei suoi buffi maglioni profumati! La mamma sembra stupita: “tu non eri quello che voleva vestirsi uguale agli altri?” La mamma lo guarda negli occhi e nota qualcosa di diverso… il suo bambino sta diventando grande, ha una luce diversa negli occhi…

A scuola non sembra essere cambiato niente, eppure, quando i compagni lo prendono in giro, Adelk non sembra prendersela più di tanto: dopo aver attraversato la foresta, degli adolescenti dispettosi non fanno poi così paura. Adelk è contento di essere a scuola, di studiare scienze e ride anche alla battute sceme sui suoi capelli rossi. Quando però il solito bulletto lo spintona nei bagni della scuola, Adelk sembra meno accondiscendente di prima. Il bulletto lo prende in giro e lo chiama “sfigato”. Adelk si innervosisce, gli occhi gli diventano tutti rossi, gli esce una voce cavernosa che sembra un ruggito e il fumo dal naso: “l’importante è sentirsi draghi dentro”. Al che quel ragazzino prepotente se la fa letteralmente addosso dalla paura.

Alla sera dopo aver avvisato la mamma che andrà di nuovo nella foresta ad osservare il cielo, Adelk corre nella radura e, riacquistate le sembianze di drago, afferra Evlyn e se la porta via… Questa volta attraverseranno proprio tutta la foresta: “E tieniti forte, si volaaaaaa!”

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