ESSERE DRAGO
UN RACCONTO DI FORMAZIONE
di Alba Maria Calicchio
In
un piccolo e caratteristico paesino del Nord Europa non lontano dalla grande Foresta, vive ADELK, 14 anni,
lentigginoso e coi capelli rossi.
Un
ragazzino che non è propriamente il più popolare della scuola… infatti spesso
lo troviamo malmenato dai compagni e, addirittura, con la testa nel gabinetto
mentre qualche prepotente lo tiene su per i piedi.
E’
dura essere un adolescente ed è ancora più dura essere il bersaglio dei
bulletti della scuola, quelli che escono con le più carine della classe, che
sono bravi negli sport, che vestono alla moda, quelli fighi insomma, o, come si
usa dire in questa scuola, quelli “draghi”.
In
una scuola dove le ragazze più carine hanno già il seno rifatto, i maschietti
fanno palestra per indossare le magliette attillate e gli insegnanti si fanno
il lifting per non invecchiare… Adelk con i suoi baffetti da pulcino, le
lentiggini, le spallucce decisamente non palestrate e il suo essere
appassionato di scienze naturali… è a dir poco un outsider ma, per fortuna, ha un
mondo tutto suo dove nessuno gli può rompere le scatole. Nella sua stanza una
marea di posters sulle costellazioni e le super-novae ci dicono che, di solito,
Adelk ha letteralmente la testa tra le nuvole.
L’unico
essere umano che ha il diritto di introdursi nella sua cameretta è sua MADRE.
Purtroppo Adelk ha provato a impedirle l’accesso ma è tutto inutile, dopotutto
la mamma è sempre la mamma! E poi da quando il papà è morto e loro sono rimasti
soli, sono anche più uniti.
La
mamma di Adelk è un po’ diversa dalle altre mamme. Lei è una che boicotta le
cose di marca “perché solo così il mondo diventerà un posto più democratico”, e
“purtroppo” adora regalare al figlio dei buffi pullover fatti con le sue
manine. Lei, che non è proprio un peso piuma, dice che per essere felici non
bisogna certo assomigliare a una modella: è una mamma un po’ “new age”. Crede di essere “la venerabile
madre del ragazzo più bello del pianeta” e non potrebbe nemmeno immaginare che
il suo pargolo non è poi così apprezzato dal resto dell’umanità. Le scarpe
all’ultima moda, il telefonino, gli occhiali da sole… lei dice che queste cose
non hanno importanza. Sarà! ma quelli che a scuola cantano la filastrocca
“sfiga-sfigato” sembrano pensarla in un altro modo!
Ma
ecco che la televisione ricorda una notizia che cancella qualsiasi pensiero
sull’essere sfigati o meno: “Stanotte alle 23:49 sarà visibile un’eclisse di
luna totale”. La prima della giovane vita del nostro protagonista.
Adelk,
che è un provetto astrofilo, è da giorni che organizza tutto l’occorrente per
andare a osservare il fenomeno. Telescopio, zainetto e panini, si appresta a
stare fuori quasi tutta la notte. Infatti non lontanissimo dalla sua abitazione
inizia la Foresta Intricata, un posto
perfetto per stare tranquilli, lì c’è una piccola radura che ha eletto suo
osservatorio personale, perché ben lontana dalle luci del paese.
Nella
Foresta, seduto sul solito tronco d’albero, Adelk inizia a sistemarsi per osservare
l’eclissi. Ha deciso anche di fare una videoregistrazione del fenomeno e così
eccolo che sistema la telecamerina ed inizia a commentare con un linguaggio serio
serio tutto quello che vede.
Lo
spettacolo è magico, la luna scompare lentamente e proprio nel momento in cui diventa
tutta rossa per la rifrazione del sole… uno sciame di stelle cadenti illuminano
ulteriormente il cielo. Adelk ne vede due insieme, e automaticamente chiude gli
occhi e senza pensarci esprime un desiderio: “mi piacerebbe essere il più drago
di tutti!”
Poi
sprofonda di nuovo nelle sue osservazioni al telescopio, e quasi non si accorge
della strana luce che avvolge tutta la foresta, finché un raggio luminoso
particolarmente forte colpisce proprio il telescopio, rendendo Adelk per qualche
attimo quasi cieco.
Che
strano fenomeno di rifrazione! Adelk è un po’ stordito, gli occhi vedono delle
strane ombre e la testa gli gira un pochino. Decide di tornare a casa, si sente
un po’ confuso.
A
scuola il giorno dopo è un vero incubo: la sua voce ha degli imbarazzanti sbalzi
di tono inoltre la solita ridicola peluria che ha sul mento è particolarmente
fastidiosa. Un suo compagno di scuola lo deride: forse è arrivato il momento di
radersi. Toccato sul vivo, Adelk dopo scuola va a comprare il suo primo kit da
barba.
Alla
sera, a casa, timidamente prova davanti allo specchio la delicata operazione di
radersi per la prima volta. Ha appena finito di sbarbarsi, quando nuovi peli
gli spuntano sul mento. Le mani, le unghie, i peli, i capelli, tutto inizia a
crescere in maniera smisurata, e dai pantaloni comincia a spuntargli un’enorme
coda. “Che cavolo sta succedendo?” Adelk è allibito e senza capire come, si
ritrova trasformato in uno strano rettile... Coda, ali, baffi, zanne, artigli:
è un enorme drago verde!
Tutti
i vestiti si sono strappati nella trasformazione, Adelk, in imbarazzo, prova a
coprirsi con un lenzuolo del suo letto, se lo lega alla vita come fosse un
gonnellino. Ma nell’operazione, muovendosi in camera con quel corpo troppo
ingombrante, finisce per mandare tutto per l’aria. Non è abituato ad avere una
coda così lunga! Sua madre intanto, attirata dagli strani rumori, chiede dal
corridoio cosa stia succedendo. Adelk prova a bloccare la porta e dire che va
tutto bene… Ma la mamma insiste.
Adelk
ha paura, potrebbe spaventarla, traumatizzarla e chissà cos’altro… Che fare?
Che fare? Che fare? Lascia un messaggio per la mamma dicendo che va a fare
un'altra osservazione astronomica e se ne scappa dalla finestra. Ma
naturalmente atterra rovinosamente al suolo provocando un sacco di rumore.
Tanto che i cani dei vicini iniziano ad abbaiare in coro, qualcuno vedendo uno
strano ed enorme animale nelle vicinanze della propria casa afferra perfino il
fucile. Adelk totalmente in panico scappa nella foresta mentre i cani ancora lo
inseguono.
Terrorizzato
Adelk si rifugia nella sua radura, prova ad appoggiarsi dove si siede di
solito, ma il tronco si sgretola sotto il suo peso. Allora si accovaccia dietro
un cespuglio cingendosi le ginocchia e singhiozzando mestamente tutta la sua
paura.
Da
un albero una voce femminile lo prende in giro: “Possibile mai vedere un drago
che piagnucola come fosse una fatina?” Una strana ragazza dai capelli verdi lo
osserva, seduta sul ramo alto di una quercia.
Adelk
risponde malamente che il problema è proprio che lui non è un drago! E racconta
la sua strana trasformazione. La ragazza sembra molto incuriosita, quel drago è
quindi un sightless? Adelk non
comprende le parole della ragazza, la quale, per nulla spaventata, inizia ad
osservarlo come fosse uno strano animale da laboratorio.
La
ragazza afferma che sicuramente c’è qualcosa di magico in tutto questo, qualche
incantesimo potente. Adelk ricorda di avere espresso un desiderio durante
l’eclissi… La ragazza ha capito tutto: si sa, un desiderio pronunciato durante
la luna rossa viene esaudito, è così dall’alba dei tempi. I desideri sono una
magia potente, e bisogna stare molto attenti a ciò che si desidera! Adelk non
capisce, questa ragazza parla in modo strano di cose che lui a stento comprende.
Quando poi lei si scosta i capelli, si notano delle piccole orecchie a punta,
che hanno ben poco di umano. La ragazza è un elfo e il suo nome è EVLYN.
Adelk
nota che tutta la foresta sembra diversa, i colori, gli animali, gli alberi
tutto ha un aspetto poco familiare, eppure lui il posto lo frequenta da anni.
Evlyn spiega che gli umani, i Sightless, vengono appunto definiti “coloro che
non vedono” perché della foresta e del mondo vedono solo una piccola parte, e
tutte le creature magiche pure interagendo nello stesso luogo non vengono mai
viste dagli umani. Adesso che è un drago a lui è dato vedere il mondo che gli
umani usualmente non vedono.
La
ragazza lo tratta un po’ dall’alto in basso, come se essere un sightless non
fosse decisamente una bella cosa. Adelk si sente offeso, ma non per molto visto
che l’elfa dopo aver esaurito la sua curiosità se ne va per la sua strada.
Adelk
ritorna a sentirsi sperso. Va anche lui nella direzione in cui è sparita Evlyn,
ma fa solo pochi passi che si ritrova impantanato in delle strane sabbie
mobili. Mentre sprofonda inesorabilmente, dall’alto degli enormi e grossi ragni
rossi iniziano a calarsi su di lui. I ragni esultano felici di aver catturato
una enorme preda per la cena. Adelk è immobilizzato all’esterno dalle sabbie
mobili e all’interno dalla paura... Ma da un albero cala una figura leggera e
veloce, è Evlyn che con uno strano gesto magico trasforma le sabbie mobili in
foglie secche, permettendo al drago di essere di nuovo libero.
Evlyn
lo prende in giro: un sightless così imbranato non può avere vita facile nella
foresta. Se Adelk vuole, può seguirla alla fonte dell’Howur. Lì forse potrà
ritrovare la sua forma umana. Evlyn si sta recando alla fonte per compiere il
rito della “Prima Fase”, l’immersione nelle acqua magiche viene compiuta da
ogni elfo alla soglia della maggiore età. Dopo il rito sarà concesso all’elfo
di passare a un livello superiore nelle arti magiche.
L’acqua
dell’Howur ha il potere di riportare ogni creatura al suo stato naturale e di
sciogliere qualsiasi incantesimo. Bagnandosi nella fonte, il drago potrebbe forse
ritornare umano. Però il viaggio verso l’Howur è lungo e pericoloso, bisognerà
attraversare almeno metà della foresta.
Adelk
scopre presto che la foresta è proprio un altro mondo: ci sono gnomi, troll,
fate, goblin ed alberi e animali parlanti. Purtroppo scopre di essere sfigato
anche come drago, infatti non sa né volare, né sputare fuoco e quando incontra
un orso, il primo istinto è sempre quello di scappare! Con Evlyn iniziano una
vita di accampamenti notturni, di raccolta di castagne e bacche e di scambio di
cibo con gli gnomi. Evlyn gradualmente gli spiega alcune regole di questo mondo
magico, di chi fidarsi e di chi no.
E
quando ingenuamente Adelk scambierà le sue castagne con della frutta offertagli
da un piccolo Troll… scoprirà invece di avere ricevuto solo dei sassolini. Gli
occhi dei sightless sono facili da ingannare con la magia, per vivere nella
foresta bisogna guardare oltre l’apparenza delle cose, Evlyn gli mostra come
sia facile cambiare l’aspetto di un oggetto con un semplice incantesimo. Per
sopravvivere nella foresta Adelk dovrà imparare a guardare con gli occhi di un
drago.
Se
non fosse per Evlyn e la sua magia, sarebbe difficile anche accendere un fuoco
per gli accampamenti notturni. Adelk ci prova, vorrebbe imparare a sputare
fuoco visto che ora è un drago ma, imbranato com’è, il fuoco invece che dalla
bocca gli esce da tutt’altra parte! Divertita Evlyn gli racconta le leggende
che conosce sui draghi, del loro potere immenso: si narra che potessero anche
compiere delle magie. In teoria, se Adelk fosse un vero drago, potrebbe
esprimere il desiderio di tornare umano e probabilmente si avvererebbe. Adelk
non ci crede, e poi tanto lui non è un vero drago, non sa fare nulla di
“draghesco”, anche se Evlyn insiste che è solo una questione di consapevolezza.
Adelk,
appartatosi tra gli alberi, prova a desiderare intensamente di non essere più
un drago… uno strano luccichio gli fa credere che qualcosa stia avvenendo, ma
in realtà sono solo delle piccole lucciole… No, evidentemente non tutti i
draghi hanno poteri magici, o almeno non lui.
Evlyn
stanca del viaggio si lamenta che Adelk non sappia volare, a volo di drago
sarebbero arrivati alla fonte già da tempo. Dopo aver osservato per un po’ il
volo di un pipistrello, Adelk decide di provare a volare. Si arrampica con
difficoltà su un alto albero e poi si lancia nel vuoto, riesce a planare per
qualche metro ma poi precipita rovinosamente, finendo quasi addosso ad una bizzarra
carrozza.
Dalla
carrozza esce una donna su dei tacchi altissimi, bella ma di età indefinita. E’
furiosa: “Come osi tu attaccare la Maga Rastaben? Dimmi chi ti manda o ti
trasformerò in un rospo!” Adelk tenta di placare la sua ira spiegandole che è
stato un incidente. Capito l’equivoco la donna cambia bruscamente espressione, il
volto minaccioso diventa cordiale.
La
maga osserva Adelk con attenzione, colore smeraldo, scaglie iridescenti, è un
bellissimo esemplare di Dragone Lunga-coda. “Ormai anche in una foresta magica è
molto raro incontrarne uno!”. Quando però lo guarda negli occhi la maga si
accorge che il drago in realtà è solo un sightless. Adelk spiega di essere in
viaggio per la fonte dell’Howur nella speranza di ritornare un essere umano.
Rastaben lo ammonisce: andare alla fonte potrebbe essere un viaggio inutile,
invece al suo castello, lei ha sicuramente i mezzi per trasformarlo in uomo. Ma
Evlyn insiste: Adelk andrà alla fonte. Rastaben sembra contrariata, lascia al
Drago un invito per il suo castello e poi riparte con la sua strana carrozza
trainata da sei alci albine.
L’elfo
e il drago proseguono il viaggio e finalmente giungono all’Howur. La fonte ha
un aspetto davvero magico, tutto è circondato da una nebbiolina fine fine e un
paio di unicorni azzurri vi si stanno abbeverando. Un cigno si immerge nell’acqua
e quando ne esce, ha le sembianze di una splendida donna.
Evlyn
si prepara al rito con emozione, per lei questa cerimonia simbolizza il
passaggio all’età adulta. L’elfa si avvicina alla fonte, i due unicorni si
inchinano davanti a lei, la salutano dicendo che la attendevano dal giorno
della sua nascita. Evlyn arriva al bordo, si denuda e si tuffa nell’acqua.
Sparisce per qualche minuto e poi riemerge in superficie.
A
questo punto Adelk si avvicina anche lui alla fonte. Ma quando lo vedono i due
unicorni non si scostano e non lo lasciano passare: “Perché sei qui o
sightless?” Il ragazzo è imbarazzato: “Per ritornare quello che ero”. Gli
unicorni non si scansano, Adelk insiste. Gli unicorni si innervosiscono, questa
volta gli si rivolgono con una voce cavernosa e un aspetto tutt’altro che
rassicurante, sembrano dei demoni, la criniera e gli occhi infuocati, i denti
aguzzi: “Non mentire sightless, solo chi è realmente sincero può accedere al
sacro Howur”. Adelk è intimorito, cerca dentro di sé una risposta sincera,
riflette sulla vera ragione che lo ha portato lì: “Sono qui per capire che cosa
devo fare e perché sono quello che sono”. Solo ora gli unicorni si placano e lo
lasciano passare.
Il
drago avanza lentamente ma proprio mentre sta per toccare l’acqua, Evlyn lo
ferma. Evlyn esce dalla fonte, si copre velocemente con un panno e intima ad
Adelk di aspettare che le acque si calmino, le è sembrato infatti di vedere uno
strano riflesso. Adelk aspetta di potersi specchiare nelle limpide acque della
fonte… ed ecco che gli appare la sua immagine, il suo volto umano lentigginoso
e coi capelli rossi… ma il riflesso ha qualcosa che non va: dalla vita in giù
infatti ha l’aspetto di un drago. Evlyn fa notare che se l’acqua magica
dell’Howur lo vede come una creatura mezzo uomo e mezzo drago… probabilmente è
così che diventerà se si immergerà nella fonte.
Ma
diventare una creatura mezzo uomo e mezzo drago è forse ancora peggio che essere
un drago per intero! Così non migliorerebbe di certo la sua situazione. Anche Evlyn
gli consiglia a questo punto di non bagnarsi. Il ragazzo è esasperato, cosa
farà adesso? Perché nemmeno la fonte lo può aiutare? Evlyn prova ad
improvvisare una spiegazione, probabilmente la natura di drago è connaturata in
lui e non è qualcosa di imposto magicamente dall’esterno. Essere drago fa parte
della sua vera natura… Adelk dovrà imparare a convivere con questa parte di sé,
lui è drago almeno quanto è umano.
Adelk
non capisce come potrà mai tornare a casa da sua madre e come potrà mai
riprendere una vita umana se essere drago è parte di lui. Evlyn lo invita a non
scoraggiarsi, c’è sicuramente una soluzione e lei lo aiuterà a trovarla. Adelk
è commosso, l’elfa aveva detto che dopo l’Howur ognuno sarebbe andato per la
sua strada…
Ma
le cose sono cambiate, Adelk non ha risolto il suo problema ed Evlyn si sente
in parte responsabile, forse avrebbe dovuto lasciarlo andare con Rastaben. Evlyn
si impegna ad accompagnare il drago dalla maga, solo dopo la sua trasformazione
tornerà al villaggio elfico per festeggiare il rito della “prima fase”.
Il
ragazzo è veramente colpito dalle parole di Evlyn, sente per la prima volta di
avere un’amica su cui può contare, gli dispiace solo che per colpa sua Evlyn
non può festeggiare subito il suo battesimo dell’Howur. Evlyn è infatti uscita
leggermente diversa dalle acque magiche, i suoi capelli sono più ricci e
soprattutto tutta la sua figura è più luminosa. L’elfa indossa adesso un abito
da cerimonia bianco che la fa apparire ancora più bella. Decidono di
festeggiare il rito almeno con un lauto pasto. Evlyn, con i poteri magici
rafforzati dall’Howur, crea un accampamento spettacolare. Adelk allora insiste che
almeno il fuoco tocchi a lui: si concentra, cerca di sentire il fuoco dentro di
sé e finalmente riesce a sputare fiamme come un vero drago!
Dopo
aver mangiato e bevuto, i due passano la notte ad osservare le stelle. Adelk
racconta le leggende e le storie legate alle più grandi costellazioni e Evlyn a
sua volta racconta i nomi elfici degli astri e le leggende elfiche su come si
sono formate le costellazioni.
E’
una bellissima serata ed Adelk per la prima volta si sente accettato per quello
che è senza dover fingere di essere come tutti gli altri.
Il
mattino dopo Adelk decide di fare un altro tentativo di volo. Riprova ad
arrampicarsi e questa volta riesce a prendere quota. Dall’alto la foresta
appare ancora più immensa, e volare è la sensazione più bella che Adelk abbia
mai provato. In aria perde anche il suo ridicolo lenzuolino legato alla vita,
ma non fa niente, volare è una sensazione troppo fantastica per interrompersi
per uno stupido lenzuolo. Volare è veramente favoloso, anzi no “dragoloso”!
Infine
il drago invita Evlyn a salire sulla sua groppa, in volo dovrebbero riuscire ad
arrivare al castello di Rastaben in breve tempo. Ma mentre sono in volo una
terribile tempesta si scatena improvvisamente: fulmini, saette e pioggia
fittissima rendono il viaggio molto pericoloso. Vorrebbero atterrare ma un
fulmine li colpisce in aria senza che possano fare niente. Evlyn sviene e perde
la presa, in un attimo precipita nel vuoto. Il drago è disperato, si butta in
picchiata nel tentativo di prenderla al volo ma non si vede niente. Evlyn è in pericolo
di vita e in preda al panico Adelk non può certo aiutarla, cerca quindi di
calmarsi, respirare profondamente e “guardare con gli occhi di drago”… Solo
dopo essersi concentrato a lungo riesce finalmente a vedere un’ombra attraverso
la nebbia ed afferrare Evlyn giusto in tempo, un attimo prima che si schianti
al suolo.
Atterrato,
Adelk cerca di capire se l’elfa stia bene. Per fortuna, dopo aver temuto il
peggio, lei riprende conoscenza. Evlyn capito l’accaduto, non può fare altro
che ringraziare il suo amico drago, quando lo aveva salvato dai ragni rossi non
credeva che un giorno lui gli avrebbe ricambiato il favore… con un bacio sul muso
gli dimostra la sua riconoscenza.
Decidono
di proseguire a piedi visto che il tempo non accenna a migliorare, proprio
intorno al castello infatti la tempesta sembra ancora più turbolenta, Adelk
porta Evlyn sulle spalle poiché lei è ancora un po’ debole. Il cammino è
impervio, il castello si staglia su una ripida montagna, ma Adelk cerca di non
dare a vedere la stanchezza.
Lo
sforzo sembra infine ripagato quando arrivano alla meta: il castello è
smisurato, maestoso e pieno di ogni confort. All’interno creature di ogni
razza, specie e forma si accalcano a bere e mangiare ciò che viene offerto a
tutti gli ospiti della grande e potente maga Rastaben.
Per
essere ricevuti dalla maga c’è una lunga fila. Adelk ammette che forse aveva
sottovalutato il potere di Rastaben, non credeva infatti di trovare così tanta
gente alla sua corte. Servitori di ogni sorta offrono loro cibi, bevande, ed
anche un bagno rilassante. Sembra di stare in un hotel a cinque stelle. Adelk
sprofonderebbe volentieri in quel piacevole lusso per il resto dei suoi giorni.
Ma Evlyn lo riporta all’ordine: bisogna escogitare un modo per farsi ricevere
al più presto dalla maga.
Adelk
malvolentieri rinuncia alla sauna e ai massaggi e, sollecitato da Evlyn, si
ingegna a trovare il modo di far pervenire a Rastaben l’invito che lei gli
aveva dato personalmente.
E
così i nostri eroi vengono finalmente ammessi nella piccola sala d’attesa del
gabinetto privato di Rastaben. C’è un cane a tre teste che ne vuole avere solo
due, c’è un centauro che vuole diventare un pony, un vecchio gnomo che vuole
sembrare un giovane elfo, c’è un gatto stonato che vuole miagolare con una voce
più bella… Tutti sono lì per una ragione, tutti sperano che cambiando qualcosa
di sé stessi saranno più felici.
Adelk
non nasconde di essere un pochino nervoso. La sua ansia cresce quando gli viene
comunicato che solo lui è ammesso alla presenza della maga, Evlyn dovrà
attendere fuori.
Adelk
saluta Evlyn vistosamente emozionato, la prossima volta che si vedranno lui
avrà l’aspetto di un ragazzino coi capelli rossi. Non sarà più nulla di
speciale, sarà un semplice sightless. Chissà, forse come sightless non sarà
nemmeno più in grado di vederla… il ragazzo sembra non poter nemmeno sopportare
l’idea, ma Evlyn lo tranquillizza: Adelk con qualsiasi aspetto sarà sempre una
creatura speciale. Ed una volta conosciuto il mondo magico, avendo imparato a
guardare al di là dell’apparenza, i suoi occhi non si lasceranno più ingannare,
una parte del drago rimarrà per sempre dentro di lui. Andrà tutto bene, tra
pochissimo si rivedranno…
Adelk
viene infine ricevuto nello studio personale di Rastaben: un’enorme stanza
verde scuro con i soffitti alti e al centro una gigantesca scrivania di marmo
bianco. Rastaben sta accarezzando un grosso puma nero seduto ai suoi piedi: “Dimmi
sightless cosa non ti piace di te stesso?” Adelk è a disagio, non è lì perché
non si piace, è lì perché si è trasformato in qualcosa di diverso da quello che
era. –“Appunto, ti sei trasformato in qualcosa che non ti piace”. Adelk,
spiazzato, racconta del suo desiderio espresso male, di come lui voleva
diventare un “drago” come i suoi compagni di scuola e di come invece si sia
ritrovato un drago nel senso letterale della parola. Rastaben lo ascolta con
attenzione, se il suo desiderio originale era diventare un ragazzo “figo” come
gli altri, lei può esaudirlo facilmente. Il prezzo non sarà poi così alto.
Adelk
è disorientato, non ha dei soldi con sé. Ma la maga, ridendo, gli fa notare che
nella foresta magica i soldi dei sightless non valgono nulla, è un altro prezzo
quello che lei richiede: vuole le scaglie e la coda del drago, sono ingredienti
preziosissimi per le pozioni e difficili da trovare, e per lei valgono molto.
Adelk è un po’ spaventato all’idea di doversi staccare la coda… Rastaben allora
gli mostra in uno specchio magico come sarà il suo aspetto dopo l’incantesimo.
Adelk
vede un bellissimo ragazzo, alto e muscoloso che a scuola viene ammirato da
tutti gli altri studenti. Farebbe qualsiasi cosa pur di diventare quel
ragazzo... Decide di accettare lo scambio.
Rastaben
sorride soddisfatta e inizia a preparare il necessario per compiere
l’incantesimo, disegna un cerchio e una stella sul pavimento, e pone ai bordi
del cerchio tre cristalli magici. Improvvisamente la luce nella stanza cambia,
alcune candele si spengono e un vento freddo spalanca le finestre.
Intanto
Adelk inizia a staccarsi una scaglia… Ahi… E’ doloroso. Sulla pelle resta una
piccola cicatrice, stacca la seconda, è sempre peggio… Alla terza Adelk è
visibilmente provato. Ma Rastaben è li che incalza, serviranno un bel po’ di
scaglie, inutile fare la femminuccia piagnucolosa, “chi bello vuole apparire un
poco deve soffrire…”
Adelk
si fa coraggio e ben presto sulla scrivania della maga c’è un piccolo mucchio
di iridescenti scaglie di drago.
Manca
solo l’ultimo passo, Rastaben, impaziente, impugna un coltello e afferra la
coda del drago. Adelk chiude gli occhi per non guardare, Rastaben ha un sorriso
un po’ sadico, pronuncia delle parole in una lingua sconosciuta e poi con un
taglio netto trancia la punta della coda.
Adelk
si morde le labbra dal dolore. Tra le mani della maga la coda continua ad
agitarsi per qualche istante. Il puma nero si alza da sotto la scrivania ed
inizia a guardare la punta della coda come fa un gatto con una lisca di pesce.
Rastaben
si guarda le mani, sono sporche di una sostanza viscosa verde… “Sangue di
drago, sangue smeraldo!” la maga guarda quel sangue con cupidigia, il suo volto
si deforma in una smorfia malefica: “Non mi daresti anche qualche goccia del
tuo sangue? Dopotutto me ne basterebbe solo un pochino…”
Adelk
è orripilato, la maga gli ricorda l’immagine nello specchio. Adelk sospira
rassegnato: “spero solo che alla fine ne valga la pena…” Rastaben con un ghigno
lo rassicura: dopo l’incantesimo non ricorderà più nulla di tutto questo, non
ricorderà mai di essere stato drago e ancora meno di essersi tagliato la coda…
Adelk
si ferma di colpo: “In che senso non ricorderà più nulla?” – E’ parte
dell’incantesimo, sarà come se non si fosse mai trasformato in drago, come se
non avesse mai vissuto tutto questo, dimenticherà tutta quest’orribile esperienza…!
Adelk si ferma ed allontana il coltello di Rastaben… può rinunciare a tutto,
staccarsi anche un braccio se necessario, ma mai e poi mai sarà disposto a
dimenticare la sua esperienza da drago. “Allora
preferisco essere come sono!”
La
maga si irrigidisce, il patto va rispettato! “Tu, stupido ragazzino, credi che
tutto sia un capriccio, sono anni che attendo di poter avere un drago sotto
mano!” Adelk si spaventa, ormai Rastaben sembra tutt’altro che amichevole e
quel coltello appare alquanto minaccioso.
Rastaben
ritenta con una voce melliflua: “Ricordati di quello che hai visto nello
specchio magico! Diventerai bellissimo…”
Adelk
vuole interrompere tutto questo, si è sbagliato! Trasformarsi in un altro non è
quello che vuole, preferisce restare sé stesso con tutte le sue memorie e le
sue esperienze. Rastaben gli afferra il polso con forza: “basta un piccolo
taglio, altre gocce di sangue…” Adelk per liberarsi la strattona, perde
l’equilibrio e senza volere cade proprio addosso allo specchio magico che si spezza
in mille pezzi. Rastaben si dispera, cerca di rimettere insieme i pezzi: tutto
il suo potere deriva da quello specchio!
Dai
frammenti dello specchio esce un fumo nero che avvolge Rastaben, in un attimo
la bellissima e imponente maga si trasforma in una gracile vecchietta truccata
in modo decisamente troppo appariscente. E come se Rastaben si restringesse
piano piano… e il castello sembra subirne le conseguenze, tutto appare vecchio
e malandato e le pareti e il pavimento iniziano a tremare.
I
lampadari e le finestre vanno in mille pezzi, dalla porta entra Evlyn
preoccupata: sta succedendo qualcosa di strano! Tutto il palazzo sta crollando,
Evlyn prende per mano Adelk, che, quasi ipnotizzato, non leva gli occhi dalla
vecchia Rastaben. I due insieme corrono nei lunghissimi labirintici corridoi
del castello, cercando di non farsi travolgere dalla folla spaventata.
Hanno
quasi raggiunto l’uscita quando crolla una trave e gli impedisce di proseguire.
Adelk con la sua forza da drago solleva la trave e permette ad Evlyn e a molte
altre creature di trovare la salvezza fuori dal castello.
Evlyn
vuole aspettarlo ma Adelk insiste, la sua struttura fisica è più forte di
qualsiasi altra creatura, ne uscirà tranquillamente ma deve prima aiutare gli
altri.
All’esterno
delle mura Evlyn osserva il castello crollare su sé stesso, molta gente è
riuscita a salvarsi, ma del drago nemmeno l’ombra. Tutti quelli a cui chiede le
dicono che il drago è rimasto dentro. Evlyn è veramente spaventata.
Passa
troppo tempo, ma alla fine si sente un ruggito provenire da sotto le rovine, la
sagoma di un possente drago è finalmente riconoscibile. Evlyn corre verso Adelk
e lo abbraccia con le lacrime agli occhi. Un lungo e tenero abbraccio alla fine
del quale Adelk, circondato da un alone di luce, riprende prodigiosamente le
sue sembianze umane!
Adelk
sorpreso chiede se Evlyn ha compiuto qualche magia per trasformarlo, ma Evlyn
nega di avere un tale potere. L’elfa gli chiede cosa stava pensando al momento
della trasformazione. Adelk, riflettendoci, risponde che ha desiderato di avere
un aspetto umano per paura di stringerla troppo e farle del male! Evlyn è
sbalordita: “ma non avevi già espresso il desiderio di tornare umano?” Adelk fa
mente locale a quando aveva provato a esprimere il desiderio nella foresta:
aveva desiderato “di non essere più un drago”.
Evlyn
ora si spiega tutto: la magia buona è quella propositiva, non ha senso
desiderare di “non essere” qualcosa, solo quando ha desiderato di “essere” di
nuovo umano il desiderio si è avverato. Si racconta che i draghi abbiano poteri
magici, Adelk ha quindi sempre avuto il potere di ritornare umano, solo che non
sapeva usarlo, così come non sapeva volare o accendere il fuoco. Il drago è
connaturato alla sua natura, e potrà essere drago o uomo a suo piacimento, deve
solo imparare a trasformarsi.
Finalmente
Adelk potrà tornare da sua madre ed Evlyn potrà tornare al villaggio degli Elfi
per festeggiare la sua “Prima Fase”. Decidono un segnale convenuto per darsi
appuntamento nella radura ogni volta che vorranno rivedersi, poi raggiunto il
limite della foresta, Evlyn e Adelk alfine si separano.
Adelk
è preoccupato che sua madre possa essersi spaventata non vedendolo tornare per
tanti giorni, ma scopre ben presto che fuori dalla foresta il tempo è trascorso
più lentamente, e che per i sightless in realtà è passato un giorno soltanto.
Felice
di essere tornato a casa, Adelk abbraccia la mamma. Quanta nostalgia dei suoi
buffi maglioni profumati! La mamma sembra stupita: “tu non eri quello che voleva
vestirsi uguale agli altri?” La mamma lo guarda negli occhi e nota qualcosa di
diverso… il suo bambino sta diventando grande, ha una luce diversa negli occhi…
A
scuola non sembra essere cambiato niente, eppure, quando i compagni lo prendono
in giro, Adelk non sembra prendersela più di tanto: dopo aver attraversato la
foresta, degli adolescenti dispettosi non fanno poi così paura. Adelk è
contento di essere a scuola, di studiare scienze e ride anche alla battute
sceme sui suoi capelli rossi. Quando però il solito bulletto lo spintona nei
bagni della scuola, Adelk sembra meno accondiscendente di prima. Il bulletto lo
prende in giro e lo chiama “sfigato”. Adelk si innervosisce, gli occhi gli
diventano tutti rossi, gli esce una voce cavernosa che sembra un ruggito e il
fumo dal naso: “l’importante è sentirsi
draghi dentro”. Al che quel ragazzino prepotente se la fa letteralmente
addosso dalla paura.
Alla
sera dopo aver avvisato la mamma che andrà di nuovo nella foresta ad osservare
il cielo, Adelk corre nella radura e, riacquistate le sembianze di drago,
afferra Evlyn e se la porta via… Questa volta attraverseranno proprio tutta la
foresta: “E tieniti forte, si volaaaaaa!”
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